Vasco Errani: nessun calcolo politico o retroscena, non mi dimetto, semplicemente scade il mandato

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“Il 9 settembre scade il mio contratto, ringrazio Gentiloni e Renzi, con i governi e i premier c’è stato il massimo della collaborazione, era una cosa chiara ed è finita perché era previsto che il mio ruolo finisse con la scadenza del contratto. È semplice, non ci sono retroscena, figuratevi se a 62 anni mi metto a fare ragionamenti su poltrone”. Così oggi Vasco Errani ha spiegato i motivi della fine del suo impegno come commissario per la ricostruzione post sisma nel Centro Italia. 

“Da tempo – ha affermato Errani – sottolineo il fatto che l’impianto per la ricostruzione spetta al territorio, che in primo luogo deve assumere la gestione del processo e credo che l’impianto ora lo consenta. Questa è la verità, è semplice, non ci sono retroscena, non c’è stata una discussione nel governo”. L’ex governatore dell’Emilia Romagna afferma di prender “atto di altre interpretazioni” sul suo addio ma si è detto “sinceramente sereno”. Insomma né polemiche né calcoli politici.

Queste le sue dichiarazioni oggi a due giorni dalle indiscrezioni che lo davano dimissionario per ragioni politiche (in vista delle prossime elezioni e di una possibile candidatura con Articolo 1 MDP per il Parlamento) e forse anche in polemica con il governo per le difficoltà a gestire la fase emergenziale post terremoto. 

Sta di fatto, comunque, che parecchi amministratori locali e sindaci delle aree terremotate in queste ore si dicono assai dispiaciuti della fine del mandato ad Errani. E non nascondono la loro preoccupazione. Ora dovranno fare senza di lui, anche perchè il governo a quanto pare non è intenzionato a sostituire Errani. E non è detto – dunque – che le difficoltà diminuiscano e la ricostruzione prenda quota in Lazio, Umbria, Abruzzo e Marche. 

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