Elezioni: Morrone (Lega) attacca i dem: “Macchè provincia unica Romagna, solo fallimenti dal Pd”

Il segretario del Carroccio, candidato alle prossime elezioni: "Sarebbe un ente senza potere, per non disturbare Bologna"

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“Che cosa potranno portare a Roma gli esponenti del Pd romagnolo se non i loro clamorosi fallimenti?”. Replica così Jacopo Morrone, segretario della Lega Romagna e candidato alle prossime elezioni politiche, alle dichiarazioni rilasciate dai candidati cattodem alle elezioni politiche del 4 marzo.

“Non ci parlino più, i Pd romagnoli, di Aree Vaste. Non ne hanno indovinata una – aggiunge l’esponente del Carroccio -. Hanno giustificato accorpamenti di enti, aziende, amministrazioni con i benefici della semplificazione amministrativa, degli snellimenti, del risparmio e della trasparenza. Al contrario, dalla più piccola delle Unioni di Comuni all’Asl Unica della Romagna ci siamo trovati di fronte a organismi ipertrofici, iperburocratizzati, mangiasoldi e inefficienti. Ma non ci stupisce. È proprio nel DNA degli ex Pci-Pds-Ds oggi Pd l’incapacità di puntare a vere semplificazioni, alla trasparenza e a organizzare gli apparati in modo tale da essere davvero al servizio dell’utente. Ovvio che la loro soluzione sia la provincia unica della Romagna. Un ente provinciale, senza effettivi poteri e risorse, non disturberebbe la potente Bologna e la Regione, si potrebbero moltiplicare le poltrone per i piddini trombati, senza portare alcun valore aggiunto e ricchezza al territorio. Per questo il Pd ha sempre boicottato l’idea di una Regione Romagna. Perché in quel caso, il nuovo ente regionale romagnolo potrebbe competere con la Regione Emilia, attrarre risorse e lavoro e essere davvero più vicina ai romagnoli che sono la forza trainante, oggi, dell’intera attuale regione”.

Morrone rincara la dose nei confronti degli esponenti Pd locali. “Che siano non solo scollegati dalla realtà che vivono i vari territori romagnoli, ma non abbiano neppure idee e progetti concreti lo si comprende dalla mancanza di proposte realistiche. Non una parola sulla sicurezza, sui problemi dell’immigrazione irregolare, non una parola sull’esigenza di rendere le aree collinari e montane una risorsa appetibile, innanzitutto fornendo e non tagliano i servizi essenziali, non una parola risolutiva sui problemi dei balneari o sul lavoro. Solo discorsi sui massimi sistemi o su patetiche promesse. Anche la Lega ha una squadra di romagnoli che punta, però, al primato della Romagna. Ma con progetti veri, ascoltando la gente e senza fare promesse irrealizzabili”.

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