Cgil su Eataly Forlì: “Necessarie soluzioni per i 31 dipendenti, ognuno si assuma le sue responsabilità”

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E’ arrivata la procedura di licenziamento collettivo per i 31 lavoratori di Eataly Romagna. Dall’avvio delle procedure ci sono a disposizione 75 giorni per individuare una soluzione. CGIL di Forlì e Filcams CGIL Forlì ritengono sia necessario che ognuno faccia la sua parte.

“Prima di tutto – spiegano le due sigle sindacali – la proprietà di Eataly Romagna, nella quale la famiglia Silvestrini ha un peso specifico importante. A loro va richiesto un’assunzione di responsabilità verso i 31 dipendenti e verso il territorio di Forlì, considerando che aver comunicato la decisione della messa in liquidazione a cose fatte determina per tutti una corsa contro il tempo”.

Le soluzioni, nel parere del sindacato, vanno ricercate a partire da  un sostegno economico finalizzato alla continuità occupazionale.

“Chiediamo dunque alla Fondazione Cassa dei Risparmi, proprietaria di Palazzo Talenti Framonti – aggiungono -, di garantire le stesse condizioni concesse ad Eataly ad altre realtà che potrebbero trovare  interesse  ad investire in un progetto imprenditoriale nel cuore di Forlì. All’amministrazione comunale invece, continuiamo a dire che serve un progetto per il centro storico, un progetto che vada nella direzione opposta di quanto annunciato. Non serve, anzi è dannoso, pensare che la soluzione passi dal riportare le auto in piazza, al contrario serve rendere piazza fruibile ai cittadini, ampliando gli spazi chiusi al traffico nel cuore cittadino, progettando investimenti pubblici e privati, modificando il piano del trasporto pubblico locale ascoltando tutte le realtà del centro, le parti sociali, le associazioni ecologiste e ambientaliste che già da tempo hanno presentato proposte. Serve la capacità non di sposare un’ idea, ma di tenere insieme la città. Se non lo facciamo ora, quando? Le risorse del Recovey Found possono andare in questa direzione, serve una progettualità la cui assenza, assieme alla crisi generata dalla pandemia, determina oggi lo spopolamento del centro storico”.

“Non possiamo pensare – continuano e concludono – che il tema occupazionale si risolva ricorrendo le chiusure, si risolve solo se ognuno fa la sua parte per far rivivere la nostra città, servono  progetti, servono risposte. Per questo richiediamo alle Istituzioni pubbliche locali e alla società  economica/imprenditoriale del territorio che si facciano carico delle responsabilità necessarie per un impegno concreto per scongiurare la perdita di questi posti di lavoro”.

 

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