Quarta ondata, Altini (direttore Ausl Romagna): “Casi in aumento. Chi non si è ancora vaccinato, lo faccia in fretta”

Altini: "I mesi invernali che ci attendono sono impegnativi. La concentrazione maggiore e inevitabile delle persone al chiuso, aumenta la possibilità di contagio"

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Il nostro territorio, come l’Italia in generale, si trova in queste settimane in piena quarta ondata da Covid-19. I casi positivi stanno aumentando, confermando un trend nazionale in crescita sulla circolazione del virus, seppur ancora a livelli contenuti grazie alle misure introdotte dal governo e alla grande adesione al vaccino. Soffermandoci sulla nostra provincia e sul territorio regionale, il direttore sanitario dell’Ausl della Romagna, dott. Mattia Altini, conferma che “il virus si sta ancora diffondendo, tuttavia, senza la forza che abbiamo vissuto in precedenza, grazie al vaccino. Dobbiamo quindi convincere chi ancora non si è vaccinato a farlo in fretta. I mesi invernali che ci attendono sono impegnativi. La concentrazione maggiore e inevitabile delle persone al chiuso, aumenta la possibilità di contagio”.

L’INTERVISTA

Dott. Altini, facciamo il punto sulla quarta ondata: che caratteristiche ha e che differenze rispetto a quelle precedenti.

“Il virus è lo stesso, la differenza la fanno i numeri più bassi sia per quanto riguarda la circolazione, che soprattutto per i ricoveri. L’anno scorso in questo periodo avevamo in Romagna 2.851 casi, contro gli attuali 1.185. Se poi guardiamo ai ricoveri, sempre l’anno scorso, erano oltre 400 nei reparti ordinari  a fronte dei circa 90 di quest’anno. Sulle terapie intensive registravamo 38 ricoveri a fronte degli attuali 5. La spiegazione è evidente ed è data dall’importante adesione vaccinale sul nostro territorio, pur con alcune differenze fra gli ambiti.”

Un commento sui dati regionali

“I dati regionali, così come quelli locali, pur con alcune differenze, al momento, fra le diverse province, evidenziano una costante crescita della circolazione del virus. È un trend nazionale, che a differenza del resto d’Europa, grazie alle misure introdotte nel nostro Paese, continua ad essere molto più contenuto e per qualche verso un po più rassicurante per il futuro.”

C’è molta stanchezza sia tra gli operatori sanitari sia tra le persone, la voglia di tornare alla vita normale è tanta e i vaccini ci hanno fatto sperare di poterlo fare, però non siamo ancora fuori dalla pandemia. È corretto?

“È un sentimento del tutto comprensibile. Ma se pensiamo all’anno scorso, la situazione attuale è del tutto diversa, non siamo più difronte alle chiusure e limitazioni che abbiamo vissuto in passato. Questo dovrebbe portarci ad una maggiore consapevolezza sull’importanza che ha rivestito la vaccinazione e le misure di sicurezza da adottare e sempre richiamate. Un rilassamento in questa fase sarebbe devastante. Per questo è importante aderire alla terza dose del vaccino e al contempo proseguire con le misure di sicurezza.”

I contagi sono nuovamente in aumento, nonostante i livelli alti di vaccinazione. Come mai?

“Come richiamavo prima, il virus continua a circolare ma non con la potenza che abbiamo vissuto in precedenza, grazie al vaccino. Dobbiamo convincere chi ancora non si è vaccinato a farlo in fretta. I mesi invernali che ci attendono sono impegnativi. Più concentrazione inevitabile delle persone al chiuso, aumenta la possibilità di contagio.”

Quando partirà la terza dose per gli over 40?

“Dal 1° dicembre questa possibilità sarà data anche agli over 40, come dichiarato dal ministro Speranza. Chi invece ha fatto il Johnson, dopo i sei mesi può effettuare il richiamo a prescindere dall’ età. Al momento la campagna vaccinale sta procedendo. Abbiamo terminato la somministrazione della terza dose nelle strutture per anziani e gli over 60 hanno la possibilità di effettuare la terza dose nei nostri punti vaccinali, anche senza prenotazione, purché siano passati 6 mesi dall’ultima somministrazione del vaccino.”

Siamo ancora di fronte ad una malattia nuova, che richiede continui studi, ricerche e adattamenti al virus che cambia. Secondo lei, è proprio questo l’aspetto che mina la fiducia dei più scettici, come i no vax?

“Io distinguerei le posizioni dei no vax a parer mio di tipo ideologico da quelle delle persone che nutrono ancora resistenze, molto spesso frutto di comunicazioni poco chiare. Sui primi credo che poco si possa fare per convincerli, mentre alle persone ancora ‘dubbiose’, credo che il nostro impegno informativo debba continuare ad essere rivolto. Sulla sicurezza del vaccino, anche se il virus è nuovo, credo non ci siano dubbi. Non si era registrata mai  una somministrazione di massa di vaccino,  come quella contro il covid che stiamo conducendo. E i dati empirici ne dimostrano a tutti gli effetti la sicurezza. Quanto all’efficacia, come dicevo prima, è sufficiente guardare ai dati di diffusione, ospedalizzazioni e numero di decessi pre vaccino, rispetto agli attuali.”

Report Ausl Romagna sui dati degli operatori sanitari: per la prima volta leggerissimo calo nel numero dei sanitari sospesi, è un inizio? Come la vede?

“Il vaccino al personale sanitario oltre che previsto dalla di legge, rappresenta un obbligo morale e deontologico. E non riesco a concepire come possano esserci operatori sanitari che assistono pazienti, spesso fragili e immunocompromessi a cercare scappatoie per evitare di vaccinarsi. Nei nostri ospedali i tassi di adesione del  personale sanitario sono molto alti. Ai pochi  irriducibili dico di interrogare le proprie coscienze e di riflettere se nella loro vita non ci sono stati momenti nei quali la ‘comunità’ li ha salvati o soccorsi, per questa comunità e per i nostri assistiti oggi non esiste altra scelta! Vaccinarsi.”

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