Emilia-Romagna e Assia, Land della Germania: “Impegno comune su sanità, welfare, immigrazione e diritti” foto

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Impegno comune a rafforzare la collaborazione istituzionale per fronteggiare le sfide future in abito di politiche per la salute e politiche sociali, politiche di educazione della prima infanzia, politiche per l’accoglienza e l’integrazione dei migranti, politiche per i diritti delle persone LGBT*IQ. E, ancora, maggiore cooperazione nell’ambito della prevenzione e del contrasto alle pandemie tramite il potenziamento della sanità pubblica, specie nella direzione della territorializzazione e della digitalizzazione, nonché maggiore condivisione di strategie per affrontare la transizione ecologica, economica e digitale senza perdere di vista la coesione sociale.

Questo il risultato dell’incontro tra la delegazione dell’Assia, Land della Germania, guidata dal ministro per le Politiche sociali e integrazione, Kai Klose, e rappresentanti istituzionali di Giunta e Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna, secondo appuntamento dell’agenda di visite istituzionali tra lo Stato federato tedesco e la nostra Regione in occasione del trentennale dell’accordo di collaborazione istituzionale.

Per la Giunta erano presenti la vicepresidente Elly Schlein, assessore al Contrasto alle diseguaglianze e transizione ecologica, Patto per il clima, welfare, politiche abitative, politiche giovanili, cooperazione internazionale allo sviluppo, relazioni internazionali, rapporti con l’UE, e l’assessore Raffaele Donini, delega alle Politiche per la salute. Per l’Assemblea legislativa hanno partecipato il vicepresidente Fabio Rainieri, la vicepresidente Silvia Zamboni, la presidente e il vicepresidente della commissione Politiche per la salute e politiche sociali, Ottavia Soncini e Daniele Marchetti, il presidente e la vicepresidente della commissione per la Parità e i diritti, Federico Alessandro Amico e Marilena Pillati.

L’incontro tra le due delegazioni è stato aperto dal vicepresidente Fabio Rainieri, che ha portato un saluto di benvenuto ricordando come la collaborazione tra l’Emilia-Romagna e l’Assia, nata inizialmente come partenership economica di due regioni simili, entrambe caratterizzate dall’avere sul proprio territorio aziende di alta specializzazione e promuovere lo sviluppo di un modello imprenditoriale ecologicamente sostenibile, nel corso dei decenni si sia rafforzata soprattutto all’insegna della cultura e dell’educazione alla pace delle nuove generazioni finalizzata al rispetto e al dialogo.

La vicepresidente Silvia Zamboni ha richiamato il valore della solidarietà quale tratto identitario comune delle due regioni che ha caratterizzato le politiche pubbliche in ambito sanitario e di welfare promosse per fronteggiare la pandemia da Covid. Riguardo alla pandemia, Silvia Zamboni ha ricordato come Assemblea e Giunta abbiamo deciso di estendere in modo permanente le prestazioni della sanità in Emilia-Romagna, pubblica e universalistica con integrazioni col privato accreditato, anche alle persone senza fissa dimora.

L’assessore Raffele Donini e la vicepresidente Elly Schlein hanno risposto alle domande dei delegati dell’Assia facendo un excursus delle politiche promosse dalla Regione nei primi due anni della nuova legislatura, caratterizzati dalla diffusione della pandemia e dal suo impatto, in termini sanitari, economici e sociali, sulla società dell’Emilia-Romagna.

Gli interventi – hanno sottolineato i due assessori – sono stati attivati all’interno della cornice del Patto per il lavoro e per il clima, che fissa gli obiettivi di mandato condivisi con il sistema socio-economico della regione (enti locali, parti sociali, associazionismo e terzo settore). Riguardo al post pandemia, i due esponenti di Giunta hanno tracciato le misure predisposte dall’esecutivo regionale: potenziamento del sistema della ricerca, specie nell’ambito della microbiologia; rafforzamento della cultura della prevenzione, della sanità territoriale e della telemedicina; investimento sulla formazione del personale medico e sociosanitario e sul reclutamento di nuove unità; ampliamento del ruolo del volontariato specie nell’ambito della protezione civile. E, ancora: potenziamento degli interventi a sostegno dell’educazione per l’infanzia e a favore dei giovani, per contrastare le diseguaglianze e la dispersione scolastica nonché per favorire le donne nella conciliazione dei tempi di vita e lavoro e sul versante della cura della famiglia; riqualificazione delle politiche di welfare a favore di anziani e disabili; rafforzamento del sistema di accoglienza diffusa di migranti e profughi, chiave per integrazione e inclusione efficaci. Infine, l’impegno a mantenere elevata l’attenzione ai diritti delle persone LGBT*IQ come previsto dalla legge regionale contro le discriminazioni e le violenze perpetrate in spregio alle diversità di identità e orientamenti sessuali.

In chiusura sono intervenuti Daniele Marchetti, vicepresidente della commissione Sanità, e Federico Alessandro Amico, presidente della commissione Parità e diritti.

Il primo ha elencato quelli che, a suo avviso, sono stati alcuni errori nelle politiche regionali e nazionali in materia di sanità – contrazione di posti letto, numero chiuso di studenti nelle facoltà di medicina, mancato intervento per frenare l’emorragia di medici di base – e due ambiti nei quali si sarebbero dovute approntare politiche di diversa ispirazione ideologica: quello dell’accoglienza dei migranti (“di fronte all’aumento dei flussi, anche per motivi climatici, occorre intervenire nei Paesi d’origine”) e quello dei diritti delle persone LGBT*IQ (“norme ad hoc rischiano di aumentarne la ghettizzazione”).

Il secondo, ha richiamato l’attenzione della delegazione dell’Assia sull’impatto che la pandemia ha avuto sulla componente femminile della popolazione anche in Emilia-Romagna, facendo registrare un tasso di abbondono del lavoro che la Regione ha tentato di contrastare potenziando la formazione e il sostegno all’imprenditorialità femminile. Riguardo, infine, ai diritti delle persone LGBT*IQ, il presidente Amico ha evidenziato che “le norme regionali non sono ghettizzanti ma fungono da utile supporto a quelle nazionali”.

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