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Noi increduli, nel sentire Zattini vantarsi dei risultati mirabolanti raggiunti nel campo della partecipazione e delle pari opportunità

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Sebbene Zattini ci abbia abituato a quotidiane conferenze stampa autocelebrative a fianco di questo o quell’Assessore, siamo rimasti comunque increduli nel sentirlo vantarsi, insieme con l’Assessora Cintorino, di risultati mirabolanti perfino nel campo della partecipazione e delle pari opportunità, ossia due ambiti in cui l’azione del Comune è stata non solo insufficiente, ma ha alimentato continue polemiche con tutti gli altri attori in campo.

Per quanto riguarda il decentramento, la storia di questi cinque anni è stata quella di un Comune che non ha mai creduto nell’istituto dei quartieri e ha scoraggiato, anziché incentivare, il generoso impegno volontario di tanti cittadini. La riforma del regolamento dei quartieri del 2021 che, seppur discutibile, aveva comunque aperto la strada ad alcune sperimentazioni di democrazia partecipata, è stata ignorata in tutti i suoi aspetti più qualificanti. Al posto dei percorsi di bilancio partecipativo, i quartieri sono stati convocati sporadicamente per prendere atto di decisioni già assunte dalla Giunta, senza alcuna interlocuzione nemmeno sulle scelte più rilevanti per il loro territorio.

Il mancato adeguamento, in termini di organico e risorse, dell’ufficio referente dei quartieri ha creato inoltre, nonostante l’impegno dei dipendenti, continui ostacoli ai quartieri nell’esercizio delle loro funzioni, nonché procedure caotiche e lente anche nell’erogazione delle poche risorse ad essi assegnate. Perfino uno strumento come quello dei patti di collaborazione, che è alla base della cura volontaria dei cittadini verso la città e il bene comune, è stato pressoché abbandonato.

Insomma, una stagione politica non da rivendicare ma da archiviare. Il futuro deve andare nella direzione di una revisione del regolamento che favorisca, con procedure lineari e maggiori dotazioni finanziarie, percorsi partecipati di governo locale e tratti l’impegno civico dal basso come una risorsa fondamentale per la coesione e la qualità della vita cittadina e non come una seccatura.

Il colmo, nelle dichiarazioni del Sindaco e della Cintorino, è stato raggiunto quando hanno rivendicato un impegno sul tema delle pari opportunità. È ancora una ferita aperta il rifiuto di accogliere le risorse della Regione per attività di formazione e sensibilizzazione nel contrasto della violenza di genere e omofobica. Né i forlivesi hanno dimenticato che, nella settimana in cui oltre 30 associazioni protestavano contro la nomina di Camillo Langone, noto per le sue dichiarazioni omofobe e discriminatorie verso le donne, a curatore del Premio Verzocchi, Zattini spiccava tra i relatori del Convegno sulla famiglia promosso da Fratelli d’Italia, a riaffermare, in mezzo a evocazioni di sedicenti minacce gender, di essere Sindaco di parte, allineato alle visioni retrive della destra radicale sulle donne, la famiglia e i diritti civili.

La realtà è che su questi temi la città in questi anni non è stata solo ferma, ma è arretrata. Serve ora un piano per l’eguaglianza che tenga insieme azioni politiche e amministrative su una pluralità di livelli, per il contrasto alla violenza di genere, il raggiungimento della parità tra uomini e donne e per i diritti delle persone LGBT+. Capisaldi di questo piano devono essere i temi della formazione e del lavoro, per superare inaccettabili differenze di accesso, retributive e di possibilità di carriera tra uomini e donne; i temi della riorganizzazione della città e dei servizi, alla luce del mutamento negli stili di vita e lavoro di uomini e donne; gli interventi di contrasto alla violenza, dalla prevenzione culturale alla presa in carico delle vittime.

Servono un Sindaco e un Comune in prima fila nella promozione della cultura dell’uguaglianza, della tutela e del rispetto delle differenze, archiviando l’esperienza dell’attuale Giunta, abbarbicata a visioni tanto antiquate quanto ingiuste e superate nei fatti dall’evoluzione della società.

I gruppi consiliari forlivesi di Partito democratico, Forlì e co., Movimento 5 Stelle, Massimo Marchi del gruppo misto

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