Comune di Forlì, i 5 Stelle non mollano: “Drei deve dimettersi, azzeramento della giunta escamotage”

I consiglieri Daniele Vergini e Simone Benini puntano il dito sul caso delle spese legali fuori bilancio da 1,5 milioni: "Assessore e giunta sapevano, consiglio comunale esautorato. Presto incontreremo il prefetto per avere una risposta chiara sul nostro esposto"

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Sull’azzeramento della giunta di Forlì da parte del sindaco Davide Drei pesa la questione delle spese legali fuori bilancio da 1,5 milioni di euro. Ne sono convinti i due consiglieri comunali del Movimento 5 Stelle, Daniele Vergini e Simone Benini, che a breve incontreranno il prefetto, Fulvio Rocco de Marinis, per chiedere conto della “risposta blanda” data all’esposto presentato dagli stessi pentastellati e archiviato nei giorni scorsi dai magistrati inquirenti, non avendo riscontrato il reato di abuso d’ufficio. 

Rimangono però, rimarca alla stampa Vergini, “certe dichiarazioni di peso” messe nero su bianco nella sentenza di archiviazione, a partire da quella su una “gestione eccessivamente superficiale e poco oculata della cosa pubblica”, imputabile anche alle giunte precedenti. E infatti, sottolineano i due pentastellati, le nove criticità messe in luce dalla Corte dei conti sul bilancio 2013 derivano dalle giunte Masini e Rusticali, mentre le successive Balzani e Drei le “hanno mascherate”. La Procura scrive inoltre della “piena sintonia” tra la giunta e il dirigente Alssandro La Forgia, che ha scoperto il debito, smentendo dunque quanto sostenuto in consiglio comunale dall’assessore al Bilancio, Emanuela Briccolani. E stigmatizza che “nessuno si è mai fatto carico” della questione.
Altri rilievi riguardano la tempistica con cui La Forgia ha sottoscritto un accordo con gli avvocati in credito dal Comune, Maria Anna Alberti e Mario Gabriele Di Giovanni. Come spiegano Vergini e Benini, La Forgia si sarebbe dovuto limitare a una ricognizione sul debito, invece ha stipulato un accordo di riconoscimento dello stesso, quantificandolo. DI fatto il consiglio comunale è stato “esautorato in parte”. Ma non basta.
I Pm segnalano anche l’inutilità del parere pro veritade richiesto a due legali di Ravenna, e costato oltre 13.600 euro, dopo avere già riconosciuto l’entità del debito. Il Movimento sulla questione ipotizza un nuovo esposto alla Corte dei conti per utilizzo di fondi pubblici senza utilità. Ultimo punto la deposizione dello stesso la Forgia, in cui afferma di “non essere mai stato sollecitato a richiedere le parcelle”, ma anzi “velatamentre invitato a non accelerarne la liquidazione” per le difficoltà finanziarie del Comune.

Secondo i pentastellati la prova provata che “Briccolani e la giunta sapevano”. Così, proseguono Vergini e Benini, saputo della conferenza stampa di martedì “il sindaco ha provato ad anticiparci azzerando la giunta”, invece che aspettare la riunione del Partito democratico in programma nella serata. Di certo “rimangono le responsabilità politiche di questa giunta che ha commesso tanti errori e non ha detto tutto sui problemi finanziari del Comune”.
Sfruttando l’imposizione locale per coprire i 30 milioni di euro di debiti accumulati da chi ha preceduto Balzani. Ora il colpo di scena dell’azzerramento di tutte le deleghe: “Vedremo se i giochi si faranno sulle poltrone o sui programmi”, rimarcano Vergini e Benini, ma intanto il consiglio comunale è bloccato dai problemi interni della maggioranza, tra documenti fermi per mesi nei cassetti, investimenti che non partono e una necesaria rinegoziazione dei derivati che pesano sui conti per un milione di euro all’anno.
Ecco perché il Movimento rimane fermo sulla richiesta di dimissioni del primo cittadino: l’azzeramento della giunta è solo un “escamotage” che “ci farà stare fermi altri 15 giorni. Drei lasci almeno qualche carica”, tra Comune, Provincia e Unione con tutti gli errori fatti. Il Movimento incontrerà al più presto il prefetto per una “risposta chiara sull’esposto. Ci è dovuta”. 

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