La diga di Ridracoli non si riempie? Governo promette massima attenzione e attività di monitoraggio

Risposta del ministro dell'Ambiente, Gian Luca Galletti, nella seduta della Camera all'interrogazione di alcuni parlamentari

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Un’attività di monitoraggio sullo “stato di salute” della diga di Ridracoli, fondamentale per i rubinetti della Romagna. La promette il ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti, rispondendo nella seduta della Camera dello scorso 28 aprile a un’interrogazione dei parlamentari Mara Mucci di Civici e innovatori, Sebastiano Barbanti del Partito democratico, Aris Prodani del gruppo misto e Walter Rizzetto di Fratelli d’Italia, tutti ex pentastellati. 

«Le problematiche rappresentate dagli interroganti sono tenute in debita considerazione da parte di questo Ministero – conclude la risposta di Galletti – il quale ha provveduto, e provvederà per il futuro, alle attività e valutazioni di competenza in materia con il massimo grado di attenzione, e a svolgere un’attività di monitoraggio nonché a tenersi informato anche attraverso gli altri Enti istituzionali competenti».

I quattro deputati sottolineano che la diga di Ridracoli, gestita da Romagna Acque-Società delle fonti, «principale bacino di approvvigionamento idrico per tutti i Comuni della Romagna», l’1 febbraio del 2016 registrava poco più di 20,8 milioni di metri cubi d’acqua, pari al 62% della capacità totale. Un dato «inferiore di 4,8 milioni rispetto alla media storica per il periodo di riferimento e di 7,5 rispetto all’1 febbraio 2015». Nell’ultimo decennio, aggiungono, solo nel 2012 e 2007 si è registrato un così basso livello dell’invaso che, «per garantire copertura piena del servizio idrico, deve raggiungere, entro maggio, il suo livello di tracimazione, 33 milioni di metri cubi». Per raggiungere questo obiettivo, dopo un autunno e un inverno di scarse precipitazioni, servirebbe una primavera decisamente piovosa. 

Ecco allora, tra le altre, la richiesta al Governo se sia al vaglio un piano di intervento in caso di emergenza siccità nella prossima stagione estiva. Il ministro Galletti ricorda che la governance della risorsa idrica è affidata agli osservatori permanenti distrettuali, per la Pianura padana l’Autorità di bacino del fiume Po. Che «ha il compito di analizzare lo stato di fatto climatico e meteorologico, di monitorare l’impiego delle risorse, di predisporre gli scenari di utilizzo e di sviluppare il modello proattivo di gestione della scarsità idrica, che potrà prevedere eventuali misure di contenimento dei consumi, nonché deroghe alle ordinarie modalità di gestione degli invasi subalpini, a sostegno delle attività agricole».

Delle questioni che emergono dall’interrogazione «sono interessate anche altre amministrazioni, pertanto, qualora dovessero pervenire ulteriori e utili informazioni, si provvederà a fornire un aggiornamento”. Comunque, conclude, l’Unione europea e l’Italia sono in una «posizione speciale in qualità di pionieri della lotta ai cambiamenti climatici e possiedono tutti gli strumenti e la necessaria ambizione per guidare tale sforzo anche nel prossimo futuro». 

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