Eventi. XXIV Festival di Musica Popolare fino a domenica 26 a Forlimpopoli, Bertinoro e Castrocaro

"Ammaliati dalla voce, ricordiamoci delle sirene" il filo conduttore: il programma fino a giovedì 23

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Una settimana all’insegna della musica, con il motto “Ammaliati dalla voce, ricordiamoci delle sirene”. E’ la proposta accattivante del XXIV Festival di Musica Popolare, in programma da domenica 19 a domenica 26 agosto fra Forlimpopoli, Bertinoro e Castrocaro.

Fra i tanti aspetti, alcuni più generali, altri più specifici e caratterizzanti che definiscono i repertori di tradizione popolare, quello della voce è, certamente, uno dei principali in assoluto. Il Festival di quest’anno vuole concentrare la propria attenzione proprio sulla voce. Mantenendo però la propria vocazione che lo vuole portatore di tradizione ma anche di modernità, il Festival 2018 vuole analizzare le correlazioni fra tradizione ed attualità, fra passato, presente e futuro.

Canti di tradizione dunque, tecniche antiche come l’uomo ma anche forme moderne, cantautorali perché, nei secoli, tutti i canti, che siano ninne nanne o canti di rivolta hanno sempre raccontato una cosa sola: l’inquietudine dell’anima dell’uomo.

 

AMMALIATI DALLA VOCE

L’anima di un popolo passa sempre dalla voce. E’ indubbio che il voler continuare a dare una impronta tematica a questo evento, affinché il nostro non sia solo uno dei mille festival folk sparsi un po’ ovunque, ci impone sempre di affrontare temi di fondo che siano di ampio respiro, e in trent’anni ne abbiamo scandagliati tanti.

Da quelli di impegno politico sociale (popoli migranti, piccole patrie e terre di confine ecc.), a quelli a taglio più squisitamente etnomisicologico (tarantelle e tarantolati, la musica zingara, pellerosse e pioneri, l’Africa nera, gli aborigeni australiani ecc.), a quelli maggiormente dedicati agli strumenti, i loro suoni, le loro culture (i mantici, zampogne e launeddas, le arpe celtiche e il profondo nord ecc.).

L’anno scorso, ponendo l’accento sui mantici, partimmo dall’ intuizione di come questi meccanismi, in natura, siano la base del primissimo impatto con la vita: il nostro respiro, i nostri polmoni, il primo soffio di vita autonoma del nascituro. Ma subito dopo, il primo momento con cui egli si rivolge al mondo, la propria vita, l’urlo demiurgo che si leva da ogni parto, quel grido potente che dice “ci sono”.

LA VOCE

Tutti gli animali hanno una voce, ma la nostra è ricca, complessa, articolata in mille possibilità: deve comunicare, raccontare, spiegare, impaurire, tranquillizzare, scacciare guai, invocare aiuto, curare, emozionare, sedurre; o semplicemente farsi sentire.

Così nella storia dell’ uomo, dei popoli e dei posti, essa ha assunto tante forme quante sono quelle delle foglie in natura: infinite. Così la voce ha raccontato, raccontato….

 

Certo è che ci sarà un motivo se gli dei avevano deciso che era la voce lo strumento per catturare uomini e far sprofondare le navi: dotarono le sirene di voci che ammaliavano i marinai, per poi ucciderli e fare sprofondare le loro imbarcazioni. Poi, d’altro canto, le stesse voci ammalianti erano capaci di consolare le anime dei defunti sofferenti nell’aldilà… Omero ci racconta questa storia di 3.500 anni fa, e ci dice anche che Odisseos (messo in guardia da Circe) se la cava e riesce a sconfiggerle, come? Legato a un palo e tappandosi le orecchie!

In tutto questo buttasù, una sirena, Partenope, se la sgavagna, e viene trasportata dalle correnti sulla spiaggia di Megaride. Il corpo si dissolve e prende la forma di quella che oggi è Napoli, con i suoi profili ben riconoscibili. I pescatori iniziano a venerarla come dea e così Napoli è nata; e ancor oggi la sua morfologia viene associata al corpo di Partenope. Sarà un caso che Napoli poi divenga per secoli la culla di tanto canto, la voce del mediterraneo per eccellenza?

Ovviamente un festival estivo non può essere un trattato di etnomusicologia, un simposio di studiosi di mitologia e tantomeno un inventario delle mille e mille possibilità vocali dell’ essere umano. Ma ne assaporerete un accenno, un suggerimento: il canto armonicale di Anna Maria Hefele, cheaffonda le radici nella grande tradizione canora della Mongolia e sfocia poi, con grande maestria, nella composizione contemporanea; la sirena Gabriella Aiello con la sua vocalità ci riporta alla storia partenopea appena raccontata; i Viulan invece ci ricordano magiche storie e suggestioni sonore del nostro appennino; Peppe Voltarelli infine con cui la voce straripa nel mondo costruito dall’ uomo proprio per esaltarla, la teatralità, il racconto e un po’ di follia.

Saranno quattro assaggi, gustosi e diversi: ne sentirete delle belle.

IL PROGRAMMA (fino a giovedì 23)

Domenica 19 Agosto

ROCCA DI BERTINORO

Ore 6:19

L’ORCHESTRONA (DA CAMERA) DELLA SMP

L’anima che Danza

Concerto a ballo

Ingresso €7

(con colazione offerta)

 

Mercoledì 22 Agosto

ROCCA DI FORLIMPOPOLI

ore 21,15

Ingresso Interi €5,50 Ridotti €3,50

Aspettando il Festival al Cinema

Come oramai da tradizione, il Festival di Musica Popolare propone una programmazione cinematografica di film scelti sulla base del tema del festival stesso e/o ispirati da un’importante impronta musicale.

NOVECENTO Atto primo

Di Bernardo Bertolucci Italia 1976

Con Robert De Niro (Alfredo), Gérard Depardieu (Olmo), Sterling Hayden (Leo), Dominique Sanda (Ada), Francesca Bertini (suor Desolata), Laura Betti (Regina),Werner Bruhns (Ottavio), Stefania Casini (Neve), Alida Valli (signora Pioppi), Romolo Valli (Giovanni Berlinghieri), Donald Sutherland (Attila), Burt Lancaster (Alfredo nonno), Stefania Sandrelli (Anita). Produzione: Alberto Grimaldi per PEA, Les Productios Artistes Associées, Artemis Film. Durata: 310′

Nuova versione restaurata dalla Cineteca di Bologna

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Giovedì 23 Agosto

ROCCA DI FORLIMPOPOLI

Ingresso Interi €10,00 Ridotti €8,00 Abbonamento 2 Serate 23/24 Agosto €15,00

ore 20:30

SUPERSONUS The European Resonance Ensemble (Italia – Austria – Germania- Estonia)

Fu alla ricerca di un suono che mettesse insieme le musiche arcaiche ed etniche con quelle d’epoca barocca e rinascimentale che l’Ensemble Europeo di Risonanza (SUPERSONUS) avviò la sua formazione nel 2012. La struttura finale in quintetto vide la luce nel 2014 componendosi dei musicisti: Marco Ambrosini (Nyckelharpa / Marranzano), Eva-Maria Rusche (Clavicembalo / Pianoforte), Anna-Liisa Eller (Kannel / Frame Drum), Anna-Maria Hefele ( Canto difonico / Guzheng) e Wolf Janscha (Marranzano).

Grazie alla combinazione unica di diversi stili, strumenti ed espressioni musicali, l’Ensemble permette all’uditore di approfittare interamente di un suono intenso e ricco che invita a far lavorare l’immaginazione: visioni di spazi paradisiaci, estasi della danza, stoici momenti di calma alternati a scene di gioioso infantilismo o, ancora, teatro d’ombre tanto tragico che eroico. Lo spettatore potrà passeggiare con la fantasia in un giardino dalle fattezze barocche o ritrovarvi sulla brulla cima di una montagna ad osservare il mondo nella sua naturale bellezza. I contrasti, le differenze e gli estremi musicali toccati dal gruppo non sono ostacoli per SUPERSONUS ma, al contrario, vissuti ed espressi con potente sustrato della loro musica. I membri di SUPERSONUS si considerano come costruttori di ponti tanto da un punto di vista musicale che culturale.

L’inaspettato e inaudito sono il limite dell’architettura musicale che cercano di raggiungere.

Nel dondolio di un pendolo prendono vita la loro creatività e le loro muse.

La grande originalità del progetto ha risvegliato l’interesse della nota casa discografica ECM per cui hanno già registrato l’album che sarà presentato in anteprima Europea al Festival di Forlimpopoli.

In occasione della partecipazione al Festival Forlimpopolese, quest’anno incentrato sulla voce Supersonus dedicherà particolare spazio a Anna Maria Hefele, voce del gruppo e vera e propria star del web con gli oltre 12milioni, si, avete letto bene, 12 milioni di click sul suo video youtube dedicato al canto difonico, di cui è specialista affermata e riconosciuta in tutto il mondo.

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Ore 22:00

I VIULAN (Emilia – Toscana)

L’instancabile e appassionata ricerca effettuata dal fondatore dei Viulàn, Lele Chiodi, anche in collaborazione con Francesco Guccini nel territorio del Frignano sulle montagne dell’appennino Tosco-Emiliano, ha ormai superato i trent’anni, ma è ben lontana dal terminare. Dentro le voci di Lele, Carlo e Lauro vive questa musica, con il vento delle loro montagne, gli odori e i colori delle loro foreste, le voci della gente che ha portato fino a noi questo patrimonio. Oltre al recupero musicale, anche quello del dialetto è al centro dell’attività dei Viulan. Con la consapevolezza di chi ha sempre respirato le parlate delle varie località dell’Appennino Tosco Emiliano, i Viulàn attualizzano le storie, le lingue i luoghi dove sono nate nella consapevolezza del loro valore storico, sociale e culturale.

A Forlimpopoli presenteranno il loro nuovo disco “Cento ducati”.

Francesco Guccini afferma che la strada dei Viulàn è quella di cercare di dare una nuova veste al materiale reperito, sempre nel rispetto della tradizione, ma andando dove l’istinto musicale, la conoscenza di più stili e di diverse possibilità sonore, il gusto personale potevano condurre. … Il risultato è una serie di brani ricchi di suggestione, che danno emozioni nuove a brani vecchi di secoli.

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