Aumento ricoveri causa influenza, la direttrice sanitaria Ausl Romagna Francesca Bravi smorza i toni: “Trend in crescita, ma picco è lontano”

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Come ogni anno, nel periodo autunnale e invernale l’influenza tende a diffondersi maggiormente tra la popolazione, colpendo in particolare le fasce d’età infantili o anziane, oltre a quelle considerate fragili al di fuori di un criterio basato sull’età anagrafica. Nelle ultime ore sono giunte voci da figure professionali attive nel settore della sanità in merito ad un aumento di ricoveri per quanto concerne i bambini in età 0-5 anni che hanno contratto virus influenzali. Tuttavia va specificato che molti di questi ricoveri sono stati eseguiti per motivi precauzionali dal momento che i bimbi devono sviluppare l’esperienza immunologica che è stata rallentata dagli ultimi due anni di pandemia.

Francesca Bravi, direttrice sanitaria Ausl Romagna fa chiarezza in merito all’impatto dell’influenza sui ricoveri in Romagna: “L’influenza si presenta ogni anno. Attualmente non c’è stato un impatto sui ricoveri e il trend dell’influenza è in crescita, ma non siamo dinanzi ad una situazione di picco. Siamo nella 47esima settimana dell’anno corrente e l’incidenza dell’influenza è 12,9 x 1000 a livello nazionale (il numero di nuovi casi per mille abitanti è di 12,9 ndr). Come Romagna siamo in totale sintonia con il dato nazionale”.

In quali casi viene svolta una sorveglianza speciale per evitare l’aumento dei contagi? Francesca Bravi risponde che Ausl Romagna compie sorveglianza epidemiologica soprattutto sui pronto soccorso effettuando  tamponi a carattere di urgenza a pazienti con sintomi o segni correlabili a influenza o Covid-19 nei reparti ospedalieri. “Sui 944 tamponi fatti nell’ultima settimana (i tamponi vengono svolti settimanalmente, l’ultima è 28 novembre – 4 dicembre) a pazienti entrati in urgenza nei Pronto Soccorso o precedentemente ricoverati causa sintomi correlabili o a influenza o a Sars Cov 2 le percentuali sono del 12,3% per i primi e del 13,7% per i secondi. Questi sono i dati che vediamo attraverso la sorveglianza biologica ospedaliera. Quello che ci viene segnalato sul fronte territoriale è un aumento dei casi con un’incidenza che cambia molto rispetto al territorio nazionale. Come dato per quest’ultimo viaggiamo sui 40×1000 nella fascia d’età pediatrica (sotto all’età di 5 anni è di 40,8×1000, mentre la settimana scorsa 29,6×1000 con un aumento di fascia considerevole). Insomma il dato d’incidenza alta è soprattutto nella fascia pediatrica (0-5 anni) che varia nei diversi territori”.

La vaccinazione antinfluenzale secondo Francesca Bravi può prevenire l’aggravarsi di problemi gravi preesistenti: “La vaccinazione è molto importante perché l’influenza può innescare a cascata altri problemi, registrando un peggioramento della malattia cronica della persona. L’occupazione dei posti letto va commisurato alla copertura prevista per le fasce d’età. Gli anziani, i pazienti cronici e i fragili è estremamente raccomandato che si vaccinino. Detto questo, l’importanza della vaccinazione è molto importante anche per gli operatori sanitari visto il loro ruolo assistenziale”.

Francesca Bravi ha chiosato il suo intervento ribadendo che l’influenza si sta presentando come negli anni recenti, ma il suo problema emerge soprattutto nelle popolazioni anziane fragili e nei cronici perché va a slatentizzare il problema di base presente. “Gli eventuali ricoveri potrebbero impattare da un lato sui pronto soccorso piuttosto che sulle degenze, in particolare quelle internistiche. Questo perché il paziente non viene ricoverato in un posto creato ad hoc, ma per la sua patologia principale. La campagna vaccinale 20-22 è ancora abbastanza indietro rispetto alla campagna 20-21. La copertura sugli ultra 65enni, al 3 dicembre, per quanto concerne la campagna 20-22 era di 46,7 mentre quella del 20-21 era del 71,6”.

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