Taglio automediche. Carradori (Ausl Romagna) ribadisce le motivazione e assicura: “sulle ambulanze MSA personale infermieristico adeguatamente formato”

La questione “taglio automedica” continua a far discutere. Il direttore Generale dell’Ausl Romagna ha risposto ai sindaci forlivesi ribadendo le motivazioni che hanno portato a questa decisione.

“L’intervento di riduzione dei MSA med. è una misura urgente ed indifferibile finalizzata a mantenere la migliore performance operativa (in termini di copertura e tempi di intervento) del sistema di emergenza territoriale e dei Pronto Soccorso dell’Azienda della Romagna in una congiuntura di gravissima carenza di personale” dichiara Carradori.

“Questa misura non ha peraltro nulla a che vedere con ragioni aziendali di tipo finanziario. Sostenerlo significa mistificare una realtà dei fatti di cui le responsabilità sono datate nel tempo e collocate altrove. Al contrario, è una misura resa necessaria da fatto che la criticità in cui versa il sistema dell’emergenza territoriale ed ospedaliera – più volte rendicontata dallo scrivente alla CTSS, ai Consigli Comunali che hanno fatto richiesta di approfondirla e agli organi di informazione – non solo non si è risolta ma, al contrario, si è aggravata per l’insuccesso delle reiterate procedure di reclutamento di personale” sottolinea.

Carradori spiega che “lo stato attuale della dotazione medica è il seguente. A fronte di un fabbisogno di Medici di Emergenza Territoriale (MET) necessari a mantenere un assetto come quello preesistente alla rimodulazione d’urgenza da Voi “contestata”, ovvero 11 MSA med. h24 + 1 MSA med. h12, variabile da 51 a 69 unità mediche tempo pieno equivalenti (rispettivamente senza considerare nel fabbisogno le unità necessarie a coprire assenze per congedi e per malattia o viceversa), a dicembre le unità disponibili erano 37 (-26% circa), di cui 11 incaricati e 26 titolari. Detto in altri termini, la copertura dell’assetto preesistente avrebbe potuto essere garantita esclusivamente ricorrendo alla richiesta di attività eccedente il normale orario contrattuale oltre i limiti massimi consentiti dalla normativa vigente, sia ai MET in dotazione sia ai medici ospedalieri in servizio presso i pronto soccorso e le anestesie e rianimazione dell’azienda”.

“L’integrazione dei medici ospedalieri non è stata più possibile per una duplice ragione: la grave carenza di personale medico di pronto soccorso e medicina d’urgenza (a tutt’oggi la dotazione storica di 190 medici è carente di 35 unità), tamponata anche con disposizioni di servizio date agli specialisti di discipline equipollenti, e la necessità di garantire il massimo recupero degli interventi chirurgici in lista di attesa – prosegue Carradori- . Ritengo che difficilmente, soprattutto alla luce delle evidenze oggettivate in termini di numero, gravità ed esito differenziale degli interventi effettuati dai MSA med. rispetto ai MSA inf., si potrebbe considerare più etico e tecnicamente preferibile ridurre ulteriormente gli schieramenti medici dei pronto soccorso o allungare ulteriormente i tempi di attesa degli interventi chirurgici”.

Il DS dell’azienda sanitaria chiarisce anche che “la soluzione di superare il MSA med. di Meldola non è stata assunta senza prima aver valutato soluzioni diverse che potessero assicurare lo stesso risultato. In particolare, considerato che il MSA med. con partenza Meldola è in funzione h12 diurno, si è valutata con la Direzione Medica del Presidio Ospedaliero di Forlì e la Direzione del 118 Romagna Soccorso l’attività dei MSA med. posizionati sul distretto, al fine di verificare la possibilità che la copertura diurna garantita sul Pierantoni potesse essere garantita con partenza Meldola. L’analisi dei dati ha dimostrato con ogni evidenza la non opportunità di tale ipotesi. Infatti, il MSA med. con partenza Meldola su un totale di 508 uscite ne destina la maggior parte (145, pari al 25,54%) al Comune di Forlì. Percentuale superiore a quella rivolta al territorio del Comune di partenza (124, pari al 24,40%)”.

Carradori ricorda che “il sistema di emergenza urgenza della Romagna presenta alcune caratteristiche distintive. Tra queste, la pressoché totale presenza sui nostri MSA di personale infermieristico dipendente e adeguatamente formato e una dotazione complessiva di MSA/abitanti significativamente superiore a quella media regionale”.

“In terzo luogo, appare tutt’altro che superfluo ricordare che da norme nazionali, i MSA non sono solo quelli a leadership medica – continua Carradori -. La risposta data alla Direzione Generale dell’Assessorato Regionale alla Salute da parte della Direzione Generale della Programmazione Sanitaria del Ministero della Salute il 29/05/2017 sancisce che il mezzo di soccorso attrezzato per il supporto vitale (MSA) può essere con medico, con infermiere o con entrambi. Il DM 70/2015 recepito dalla nostra Regione stabilisce una dotazione di MSA ogni 60.000 abitanti. La dotazione della Regione è di 1 MSA ogni 30.000 abitanti circa e quella della Romagna era, prima della rimodulazione, di 1 MSA ogni 20.000 abitanti circa e con la rimodulazione recente è di 1 MSA ogni 21.000 abitanti circa.

“Inoltre, la dotazione di attrezzature sanitarie dei MSA è definita da specifici decreti ministeriali. Nel caso delle autoambulanze adibite a MSA la dotazione è la stessa di quella presente su auto adibite a MSA, fatta eccezione del compressore meccanico, la cui presenza in assenza di ECMO (Extra Corporeal Membrane Oxygenation) in emergenza è di non comprovata efficacia” conclude Carradori.

La tabella seguente riporta la dotazione dei MSA per distretto, ambito e provincia con il relativo rapporto tra residenti e mezzi di soccorso.

dati automediche