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RACING BULLS / Patto della Concordia 2026, il team faentino dinanzi a un possibile bivio: vendere per volontà o per costrizione

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Presentata a Las Vegas l’8 febbraio, il primo esemplare della Racing Bulls (RB VCARD 01) sta già facendo discutere gli appassionati di Formula 1 in tutto il mondo per diversi motivi. Tralasciando la denominazione ufficiale del team Visa Cash App RB, giudicata unanimemente come poco accattivante ed eccessivamente complicata, a fare rumore sono soprattutto le tante somiglianze di alcune parti della vettura RB VCARD 01 con esemplari precedenti della Red Bull Racing e la crescente situazione di ‘conflitto d’interessi’. Ricordiamo infatti che Racing Bulls e Red Bull Racing appartengono alla medesima proprietà e il team con base a Faenza è sempre più somigliante ad un secondo team Red Bull piuttosto che ad una scuderia B della galassia Red Bull.
Ricorderete che Scuderia Toro Rosso, giunta in F1 nel 2006, aveva come obiettivo principale crescere giovanissimi piloti attingendo da un nutrito vivaio, con lo scopo di farli maturare e ingaggiare dalla poi blasonata squadra austriaca Red Bull. ‘Abdicato’ il ruolo di “junior team” nel 2019, STR è poi divenuta Scuderia AlphaTauri, affidando la vettura a giovanissimi talenti ma senza più continuare “l’hunger games” tra piloti (mi si passi il termine) visto in precedenza.

Le contrattazioni per la firma del nuovo Patto della Concordia, che dovrà essere realizzata per il 2026, sono alla base del possibile bivio dinanzi al quale si troverebbe l’ex Toro Rosso. Non è ancora chiaro, ad esempio se dal 2026 sarà possibile continuare ad avere due team sotto la medesima proprietà in Formula 1. Una condizione che già ora, in tantissimi sport internazionali non è assolutamente contemplabile.
Molto difficile immaginare che la Red Bull non possa trarre vantaggio dalla recentissima aumentata sinergia con Racing Bulls e viceversa. La chiusura della sede a Bicester e il trasferimento di molti tecnici dall’Italia al Regno Unito lasciano pensare che tra pochi anni avverrà un cambiamento molto importante.

Nel 2023 la squadra faentina (allora denominata Scuderia AlphaTauri) ha concluso mestamente all’ottavo posto nel Costruttori e, per la galassia Red Bull, piazzamenti simili iniziano a risultare molto stretti per non dire inaccettabili. Anche per questo i vertici della Red Bull hanno optato per valorizzare la propria ‘squadra b’. Qualora Racing Bulls diventasse competitiva dimostrando di poter veleggiare a metà classifica e perché no, ambire al podio, allora le ipotesi di vendita ad altri acquirenti prima del rinnovo del Patto della Concordia potrebbero risultare più verosimili. In caso contrario la squadra potrebbe dover cambiare proprietà in virtù della firma del nuovo Patto della Concordia.
Non v’è dubbio che Red Bull sia primatista in termini di operazioni commerciali vincenti e questo lascerebbe presagire che, una vendita della squadra, avverrà prima di eventuali costrizioni. Sarà interessante capire quali case o realtà del settore potrebbero acquisire la squadra, con Porsche che avrebbe abbandonato già da tempo ogni velleità.
“Wait and see” come si suol dire, con Racing Bull che s’è detta pronta ad affrontare con giustificato entusiasmo la stagione 2024 (che prenderà il via a Sakhir, in Bahrain nel primo weekend di marzo).

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