I volontari dello IOR nelle strutture di cura per un dono alle donne foto

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Come ormai da tradizione per celebrare l’8 marzo, l’Istituto Oncologico Romagnolo si è presentato con i suoi volontari praticamente in tutti gli ospedali e negli Hospice del territorio per un gesto piccolo, ma di grande valore simbolico. Le donne presenti in corsia sono state omaggiate di un fiore, più precisamente una gerbera: sia che si fossero recate presso la struttura da pazienti, per curarsi o sottoporsi a visite di controllo, sia che fossero operatrici sanitarie, dottoresse, ricercatrici e infermiere.

Quest’anno il gesto ha incontrato anche la sensibilità e il sostegno di alcune aziende amiche che si sono rese partner dell’iniziativa: Studio Valore Lavoro – Dott.ssa Maria Teresa Bonanni Consulente del Lavoro, MPP (Moschini, Pierozzi, Pratesi) Assicurazioni Srl e Cabot Italiana hanno infatti contribuito per assicurarsi che la gerbera arrivasse nelle mani della maggior parte delle donne presenti in corsia. La scelta del fiore, peraltro, non era casuale: si tratta del simbolo del Progetto Margherita, sicuramente il servizio ai pazienti oncologici più richiesto dalle donne che ricevono una diagnosi di cancro e che devono affrontare l’effetto collaterale più temuto delle terapie, ovvero la calvizie. Col Progetto Margherita l’Istituto Oncologico Romagnolo offre la consulenza di un parrucchiere volontario che aiuti la paziente nella scelta di una parrucca gratuita: un’attività di cui hanno usufruito 358 persone nel solo 2023. A sostegno di questo importante servizio lo IOR ha recentemente aperto anche un crowdfunding sulla sua piattaforma dedicata www.insiemeachicura.it, dal titolo “La Mia Mamma è Bellissima”, che in meno di un mese ha già raccolto più di 20.000 euro, frutto soprattutto dell’evento “Una Piega per lo IOR” tenutosi in contemporanea in sei città della Romagna domenica 18 febbraio.

La “Festa della Donna” dei volontari IOR non si è limitata al pur significativo gesto del dono della gerbera nei reparti: il motore pulsante dell’organizzazione no-profit si è infatti sdoppiato e, mentre alcuni accedevano alle corsie per omaggiare le donne presenti, altri hanno proposto la “mimosa solidale” presso sedi e banchetti sparsi nelle piazze di tutto il territorio. Chiunque avesse scelto il tradizionale fiore proposto dallo IOR avrebbe dunque fatto non solo un gesto gradito alle donne più importanti della sua vita, ma avrebbe contribuito nuovamente a non far sentire sole le pazienti: tutto il ricavato degli stand di questa particolare giornata è andato infatti non solo per l’acquisto di nuove parrucche oncologiche per chi affronta gli effetti collaterali più riconoscibili delle terapie, ma anche a sostegno dei progetti di psiconcologia, compagnia e ascolto, utili ad alleviare le sofferenze di chi affronta una diagnosi di cancro.

“È stata davvero una bella giornata per il mondo del volontariato e in generale per la lotta contro il cancro in Romagna – afferma il Direttore Generale IOR, Fabrizio Miserocchi – l’iniziativa della gerbera e quella della mimosa raccontano entrambe la medesima causa: quella del non lasciar sole le donne che affrontano questa battaglia in corsia, nei laboratori o in un letto di ospedale, nel giorno in cui vengono celebrate. Tornare a dimostrarci vicini a chi soffre e insieme a chi cura, come da nostro motto, anche in reparto, dopo il periodo di difficoltà legate alla pandemia, significa riabbracciare il senso più autentico della missione che ci anima dal 1979. Questa è solo la prima tappa di una primavera a forte tinte solidali: presso le nostre sedi sono già disponibili le Uova e le Colombe di Pasqua a sostegno della ricerca scientifica, dopodiché a maggio torneremo di nuovo in massa nelle piazze della Romagna con le azalee della Festa della Mamma. Saranno bellissime occasioni per fare la differenza per i tanti che ricevono una diagnosi di cancro ogni giorno”.

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