Rifiuti elettronici, aumenta la raccolta in Emilia Romagna

Nel 2015 +8% in regione, superato in ogni provincia l'obiettivo fissato dall'Unione Europea. A livello di raccolta complessiva Forlì-Cesena (2.061) è quella che ha registrato l'incremento maggiore (+26,8%)

Più informazioni su

Cresce ancora la raccolta dei rifiuti elettronici in Emilia-Romagna. L’aumento nel 2015 è stato dell’8% rispetto all’anno prima, con 23.706 tonnellate raccolte. La media pro capite raggiunge i 5,33 chilogrammi per abitante (nel 2014 era 4,93), superiori sia alla media italiana di 4,1 chili sia all’obiettivo fissato dalla Ue (quattro chili), superato in tutte le province dell’Emilia-Romagna. La medaglia d’oro va a Piacenza: con 6,34 chilogrammi pro-capite e +20% nella raccolta totale. Segue Bologna con 6,24 chili a testa (5,3 nella sola città) e 6.264 tonnellate raccolte. Poi Ravenna (5,41 chili per abitante); Forlì-Cesena e Parma (5,21); Reggio Emilia (4,88); Ferrara (4,83); Modena (4,80); Rimini (4,27). 

A livello di raccolta complessiva, dopo Bologna si piazza Modena con 3.368 tonnellate. Seguono Reggio Emilia (2.601), Parma (2.321), Ravenna (2.121), Forlì-Cesena (2.061), che ha anche registrato l’incremento maggiore (+26,8%), Piacenza (1.825), Ferrara (1.710) e Rimini (1.432 tonnellate). Ad essere smaltiti in quantità maggiore (32%) sono i cosiddetti “grandi bianchi”, ovvero lavatrici e lavastoviglie, seguiti da tv e monitor (26%), frigoriferi e congelatori (25%), computer e piccoli elettrodomestici (16%).
Le sorgenti luminose, quindi lampade e lampadine, rappresentano solo lo 0,5% perché sono quelle più difficili da intercettare e più spesso vengono gettate nel cassonetto dell’indifferenziata. Ma allo stesso tempo sono anche tra i Raee più pericolosi, perché contengono mercurio. Per questo la Regione vuole puntare a una maggiore informazione dei cittadini e a diffondere sempre più contenitori appunto per lampadine e piccoli apparecchi, in luoghi più vicini ai cittadini (come i centri commerciali).

Il dossier 2015 sui Raee in Emilia-Romagna è stato presentato in Regione dall’assessore regionale all’Ambiente, Paola Gazzolo, insieme a Sara Mussetta del Centro di coordinamento Raee, che l’anno scorso ha riconosciuto ai Comuni gestori dei 394 centri di conferimento oltre 911.000 euro. Gazzolo esprime “grande soddisfazione” per questi dati e sottolinea i “primi risultati della legge regionale sull’economia circolare”. Un impegno che sarà rafforzato nei prossimi anni, visto che l’obiettivo ora è raggiungere il traguardo fissato dalla Ue di raccogliere il 65% degli apparecchi elettronici immessi sul mercato entro il 2019. Una delle strategie sarà appunto “costruire una rete capillare di raccolta”, con luoghi di conferimento più vicini e comodi ai cittadini. A questo proposito, la Regione spinge perché la sperimentazione fatta da Hera nel 2015 a Bologna, quando vennero messi in strada 24 cassonetti speciali per i Raee vicino ai centri commerciali, diventi “una prassi estesa in tutto il territorio regionale”. In parallelo, si lavorerà con i distributori e i centri commerciali per il ritiro delle apparecchiature che non funzionano più.

Ma in questo caso, sottolinea Mussetta, manca ancora all’appello il decreto attuativo da parte del Governo che consentirà la cosiddetta raccolta “uno contro zero”. Ovvero, dare la possibilità ai cittadini di lasciare in negozio il proprio elettrodomestico rotto senza doverne acquistare per forza uno nuovo, usando cioè i punti commerciali come centri di raccolta Raee.

Più informazioni su