Convegno CGIL sulla desertificazione bancaria: in provincia Forlì-Cesena nel 2011 gli sportelli erano 350, oggi sono 197 foto

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La sala San Silvestro di Bertinoro ha registrato il tutto esaurito per il convegno dal titolo “TRANSIZIONE DIGITALE O INTRANSIGENZA DIGITALE? Chiusura sportelli bancari sul territorio, quali conseguenze e quali soluzioni?”, organizzato da CGIL, FISAC CGIL e SPI CGIL di Forlì Cesena, con il patrocinio del comune di Bertinoro e della provincia di Forlì-Cesena.

La desertificazione bancaria continua a preoccupare sia da un punto di vista occupazionale che a livello di servizi per la popolazione, in tutte le parti d’Italia: nel 2008 nel nostro paese erano presenti 34.237 sportelli bancari nel 2022 ne erano rimasti solo 20.985; se guardiamo alla provincia Forlì-Cesena nel 2011 gli sportelli erano 350, oggi sono 197 con un saldo negativo di meno 153 sportelli , di cui meno 38 a Cesena , meno 58 a Forlì, meno 15 a Cesenatico meno 7 a Savignano e meno 6 a Bertinoro. Oltre questi tutti i comuni hanno drasticamente visto ridurre il numero di sportelli fino all’azzeramento a Borghi, Dovadola e Portico San Benedetto. Anche il saldo occupazionale è estremamente negativo, si sono persi infatti 1051 occupati/e dal 2011 al 2022. I dati sono stati presentati da Davide Riccardi e Vincenzo Di Vita dell’Ufficio Studi e Ricerche FISAC/CGIL.

Nel corso del convegno sono intervenuti la Sindaca di Bertinoro Gessica Allegni, il Presidente della Provincia Enzo Lattuca, il Direttore Generale di La Bcc ravennate, forlivese e imolese Dott. Gianluca Ceroni, il Direttore regionale DR Romagna Marche di Credit Agricole Dott. Filippo Corsaro e per parte sindacale da Alessandro Contoli Segr.gen. della Fisac Forlì Cesena , Davide Foschi Segr.Regionale Fisac CGIL, Paolo Montalti Segr.Gen. Spi CGIL Forlì Cesena, Maria Giorgini Segr.Gen. della CGIL Forlì Cesena.

Dalla discussione sono emerse diverse criticità ma anche la voglia di non arrendersi allo spopolamento delle zone collinari e rurali, che dove continuano ad essere presidiati è grazie in particolare alle politiche di banche locali più interessate al mantenimento del rapporto diretto con la clientela, segno che un bilanciamento tra gli interessi del capitale e delle comunità è possibile.

I rappresentanti delle istituzioni hanno sottolineato come spesso i sindaci apprendano la notizia della chiusura degli sportelli quando la decisione è già stata ratificata dalla banca, senza la possibilità di fermare le chiusure; inoltre al tema della chiusura delle filiali bancarie è collegato quello della desertificazione degli esercizi commerciali di vicinato come anche dai dati si evince una possibile correlazione all’accesso al credito per le piccole medie imprese che sarà oggetto di ulteriore approfondimento( 2011 -2023 sono calati i prestiti bancari alle imprese con meno di 20 addetti del 54,4% contro la media regionale del 40,7% e nazionale del 36%) determinando un depauperamento degli investimenti e rischi di infiltrazione di altre modalità di accesso al credito.

Il 41,5% dei comuni italiani non ha più nemmeno uno sportello bancario sul proprio territorio. Nel solo 2023 sono stati 134 i comuni desertificati. La chiusura degli sportelli bancari porta a disservizi, che incidono in particolare sulla quotidianità delle persone più fragili che non hanno facile acceso alle tecnologie e non possono spostarsi da un luogo con mezzi privati e non sempre le zone sono servite da mezzi di trasporto pubblico.

Il rischio è il continuo spopolamento dei piccoli comuni; una situazione che si può arginare chiedendo la tutela di servizi che, devono essere considerati essenziali, non solo nel momento in cui i lavoratori/trici scioperano ma anche per la salvaguardia dei territori.

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