Imprese artigiane della nostra regione col segno più: la ripresa è in atto

Lo dice l'Osservatorio Trender di Cna Emilia-Romagna: + 2,7% a Forli'-Cesena e +0,4% a Rimini

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Nel secondo trimestre del 2015, i fatturati tornano positivi (0,04%), anche se non per tutti i settori. E’ quanto emerge dall’Osservatorio Trender di Cna Emilia-Romagna, che ha preso in esame l’andamento di 5.040 imprese associate sotto i 20 dipendenti.

“Che questo significhi che la crisi è risolta, è presto per dirlo, ma dobbiamo prendere atto che, per la prima volta dal 2012, ci troviamo di fronte ad un segno positivo”, ammette il presidente regionale di Cna, Paolo Govoni, dichiarazioni riprese e rilanciate dall’agenzia Dire. A causa di un primo trimestre ancora in territorio negativo, i primi sei mesi dell’anno si chiudono ancora all’insegna del segno meno, ma la discesa dei fatturati ha decisamente rallentato (da -7,7% del 2014 a -1,8%). A faticare di più sono le aziende del conto terzi (-3,1%), mentre se la cavano meglio quelle che possono commercializzare marchi e prodotti propri. Tra il primo e il secondo trimestre, i settori che sono andati meglio sono l’alimentare (+7,6%), la meccanica (+4,4%), il legno (+2,15%), i trasporti (+1,3%). Anche il comparto tessile rivede la luce, con un timido +0,4%. Continuano a soffrire le costruzioni (-6,1%), i servizi alla persona (-0,25%) e le riparazioni (-0,6%). Continuando a leggere i dati dell’Osservatorio, la Dire rileva che nella prima parte dell’anno sono ripresi anche gli investimenti, con un incremento dell’1,4%, che sale al 2,6% per gli investimenti in immobili e strutture (quelli in macchinari calano del 9%, un dato che si può spiegare come rimbalzo negativo della crescita del 55,3% registrata a fine 2014). Insomma, le pmi investono, anche se non è semplice visto che, denuncia ancora una volta Cna, le condizioni di accesso al credito per le pmi continuano ad essere complesse.

“Alle piccole imprese si applicano condizioni più sfavorevoli rispetto a quelle praticate a quelle più strutturate. Dalle nostre rilevazioni, negli ultimi mesi gli spread sono ulteriormente peggiorate”, spiega Marcella Contini, responsabile credito di Cna, confermando che la differenza si attesta sui quattro punti percentuali (mutui al 3,5% alle aziende più grandi, al 7% e oltre a quelle piccole). Nel frattempo, tra le principali voci di costo delle aziende, rimangono stabili le spese per le retribuzioni (-0,5%) un segnale positivo che potrebbe preludere ad un miglioramento dei livelli occupazionali), mentre, grazie ad una riduzione dei prezzi dei prodotti energetici, calano le spese per i consumi (-7,1%).
La ripresa dell’artigianato è più decisa nelle province di Modena (+7,8%), Parma (+3,1%), Forlì-Cesena (+2,7%), Piacenza (+2,5%) e Rimini (+0,4%). In negativo Ferrara (-11%), Ravenna (-8,1%), Reggio Emilia (-4,4%). Stabili fatturati a Bologna (-0,04%). “Il credito è l’arma vincente che darebbe quella spinta fondamentale per far decollare la ripresa. Per questo chiediamo, anche alla Regione, un maggiore supporto alle piccole imprese, anche su questo versante”, conclude Govoni.

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